comunicato stampa
15/09/2013 Si tratta di un evento eccezionale monitorato dal Centro Studi Cetacei Onlus
e dall’AMP Torre del Cerrano. Ieri mattina (14 settembre) il Centro Studi Cetacei Onlus (CSC), nella persona del suo Presidente il dott. Vincenzo Olivieri, è intervenuto insieme alle autorità competenti su un esemplare appena nato di tartaruga.
Il piccolo rettile era stato individuato da un privato cittadino il quale ha avvisato le autorità competenti. Il comandante Sandro Pezzuto, dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova, ha attivato tempestivamente la catena operativa e il recupero dell’esemplare. La tartaruga è stata trasportata al Centro Recupero Tartarughe di Montesilavano, gestito dal CSC, dove è stata presa in consegna dal dott. Olivieri. Proprio in onore della signora che ha fatto l’eccezionale scoperta, la tartarughina si chiamerà Giulia anche se è ancora troppo piccola per capire se sia maschio o femmina.
Il Presidente del CSC insieme al dott. Massimiliano Pennelli, socio e attivo collaboratore del CSC, e altri volontari in collaborazione con l’AMP, hanno attivato le ricerche e nella mattinata di oggi hanno individuato e recintato il sito di deposizione. Il dott. Olivieri ritiene che, con molta probabilità, ieri mattina una 15ina di tartarughe siano nate e raggiunto il mare sane e salve. “A memoria non si ricorda una deposizione di uova di tartaruga in una zona così antropizzata, piena di bagnanti e dove transitano anche ruspe – sostiene Olivieri – È da ritenere che si tratti di una femmina nata circa 20 anni fa nello stesso luogo oppure di una deposizione avvenuta casualmente” Oggi grazie all’ordinanza del Sindaco, l’area è stata interdetta e si è predisposto un presidio permanente in attesa della schiusa“.
Si tratta di un evento straordinario e rarissimo. In epoca moderna, cioè da quando si è avviata l’antropizzazione massiccia della fascia costiera medio – adriatica, non si ricordano né risultano registrate deposizioni di uova di tartaruga in Abruzzo. L’evento acquisisce ancora maggiore rilievo perché sembra che la deposizione in questione sia la più settentrionale mai registrata in Adriatico. “Le azioni di conservazione messe in atto dall’AMP stanno portando benefici a questa specie” – ha evidenziato il Presidente dell’AMP Benigno D’Orazio – “Proseguiremo con determinazione nella nostra attività di prevenzione ed educazione ambientale affinché quello che oggi è un evento eccezionale possa tornare ad essere abituale”.
Le tartarughe sono animali protetti è alcune specie sono a elevato rischio di estinzione. Ciò è dovuto a vari fattori: predazione delle uova e dei piccoli appena nati che tentano di raggiungere il mare, prelievo da parte dell’uomo per scopi alimentari e artigianali, catture accidentali, interazione con le attività antropiche e inquinamento.
L’Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova raccomanda di non avvicinarsi al sito di deposizione e di non toccare le uova. In caso di eventuali avvistamenti, chiamare tempestivamente il numero blu per l’emergenza in mare, il 1530, segnalando sia il luogo del rinvenimento che le condizioni delle uova o delle tartarughe, in modo da attivare la catena operativa.
sito di deposizione
In questa sezione è possibile apprezzare alcune delle caratteristiche del sito di deposizione.
Misurazioni effettuate sul sito:
OGGETTO | MISURANDO 1 | misura 1 | MISURANDO 2 | misura 2 |
nido | GPS dd (nord) | 42.672576 N | GPS dd (est) | 14.021407 E |
nido | dist. dal mare | 74 m | dist. da strada | 37 m |
area interdetta | lunghezza | 85 m | larghezza | 45 m |
atmosfera | Tmedia ore 8:30 | 22.6°C | Tmedia ore 20:30 | 16.4°C |
Misurazione temperatura del suolo:
STRATO DI SABBIA | Tmax08:30(°C) | Tmax20:30(°C) | Tmin08:30(°C) | Tmin20:30(°C) | Tmedia(°C) |
superficiale (0-2cm) | 23.4 | 22.3 | 17.9 | 18.1 | 20.2 |
profondo (30-35cm) | 21.6 | 23.3 | 19.8 | 21.8 | 21.4 |
diario
14/09/2013
La capitaneria di Porto di Roseto riceve la segnalazione del rinvenimento di un piccolo vitale di tartaruga comune da parte del veterinario Dott. Settimio Mordenti. La segnalazione viene immediatamente girata al Centro Studi Cetacei che organizza un sopralluogo. La tartaruga viene presa in consegna dal personale del Centro Studi Cetacei e trasportata nel Centro di Primo Soccorso di Montesilvano dove viene posta sotto osservazione.
15/09/2013
Nel giro di poche ore altri privati cittadini, tra cui il gestore dello stabilimento balneare adiacente il sito di rinvenimento della prima tartaruga, assistono a quella che poi si rivelerà una schiusa di massa. Gli esemplari di Caretta caretta (circa 15) vengono rilasciati in mare dai cittadini stessi. Il Centro Studi Cetacei interviene al fine di rinvenire il nido e, grazie anche alla collaborazione ed alle testimonianze dei privati cittadini nonchè alle indicazioni del gestore dello stabilimento balneare adiacente, esaminano l’area alla ricerca di uno o più nidi. Viene rinvenuto un sito di deposizione attivo contenente un numero imprecisato di uova. Viene richiesta ed ottenuta l’interdizione dell’area e vengono piazzate transenne a protezione del nido. Il personale del Centro Studi Cetacei, organizzato in turni, dà il via ad un controllo continuo del sito.
16/09/2013
Dall’esame del nido viene rilevata una porzione dello stesso con sabbia particolarmente compressa (durante i mesi estivi il sito è stato oggetto di calpestamento da parte dei turisti nonchè di diversi passaggi da parte di ruspe gommate) che schiaccia due individui solo parzialmente liberi dal guscio (probabilmente in difficoltà dalla schiusa massiva del giorno precedente). Il personale del Centro Studi Cetacei libera gli esemplari in difficoltà provvedendo comunque a lasciarli nel nido. Dopo diverse ore di attesa di un’evoluzione spontanea della situazione, si provvede all’avvicinamento delle due tartarughe alla battigia, per evitare ulteriori, inopportuni dispendi energetici.
Nel giro di pochi minuti i due esemplari guadagnano il mare.
17/09/2013
La giornata non fa rilevare schiuse nè eventi di particolare interesse anche a causa di condizioni meteorologiche assolutamente avverse
18/09/2013
Circa alle 22:30 il personale del Centro Studi Cetacei rileva movimenti all’interno del nido e, nel giro di pochi minuti, si assiste alla schiusa di due uova. I due esemplari si avviano fuori dal nido senza tuttavia essere in grado di orientarsi a causa delle luci presenti sulla riviera, sui moli e sulle strade adiacenti. Nonostante i tentativi di creare delle barriere per arginare le interferenze luminose, i piccoli di tartaruga comune vagano per circa due ore avvicinandosi alla zona di rimessaggio barche con annesso canale di scolo o, nel secondo caso, alla strada. A questo punto, anche in base ad atteggiamenti di stanchezza da parte degli esemplari, viene presa la decisione di avvicinarli alla battigia e di invitarli nella direzione giusta con l’utilizzo di piccole sorgenti luminose dalle quali si lasciano attrarre. Nel giro di circa un quarto d’ora entrambe le tartarughe guadagnano il mare.
19/09/2013Verso le 22:00 altre due piccole tartarughe schiudono ed escono dal nido. Questa volta i due esemplari sono stati subito spostati in una zona meno illuminata, meno frequentata e più vicina alla battigia per evitare l’esperienza registrata la notte precedente. Le due tartarughe hanno risposto bene e, seguendo la sorgente luminosa posta costantemente tra loro e il mare, hanno fatto il loro ingresso tra le acque.
20/09/2013
La giornata non fa rilevare schiuse nè eventi di rilievo.
21/09/2013
Ore 10:30, viene reimmessa in natura la prima tartaruga ritrovata in prossimità della spiaggia del sito e stabulata presso il Centro Di Primo Soccorso “Ospedale delle Tartarughe” di Montesilvano. l’operazione è stata seguita da alcune scolaresche del comune di Roseto alla presenza di rappresentanti dell’amministrazione comunale e dell’AMP Torre del Cerrano oltre che dalla stampa locale e nazionale. La decisione della reimmissione in orario diurno è stata giustificata dall’appartenenza dell’esemplare rilasciato ad una schiusa avvenuta atipicamente di giorno (14/09/2013) nonchè dall’opportunità di condividere e divulgare l’evento. Nella stessa mattinata i veterinari e i biologi che stanno monitorando 24 ore al giorno il sito si sono resi disponibili per rispondere alle domande di chiunque abbia manifestato interesse per l’evento e per la biologia di questa specie. Dopo l’iniziale indugio della giovane tartaruga, manifestato sia sulla battigia che in acqua e probabilmente dovuto alla notevole presenza di pubblico, la stessa, accompagnata oltre l’area di mare occupata dai partecipanti, ha raggiunto il fondo e rapidamente si è diretta verso il largo dimostrando una piena capacità di apnea.
22/09/2013
La giornata non fa rilevare schiuse nè elemeni di rilievo.
23/09/2013
La giornata non fa rilevare schiuse. A distanza di tre giorni dall’ultima schiusa, in accordo con quanto previsto dalle Linee Guida ministeriali per la gestione delle tartarughe, viene effettuata una ispezione del nido che si conclude con il rinvenimento di almeno un esemplare in fase di schiusa. Al fine di evitare ogni possibile disturbo il nido viene ricoperto. Contestualmente viene apposta, intorno al nido, una recinzione di 5m lineari a maglie strette (<2cm), come previsto dalle citate linee guida. Questa soluzione permette al peronale del Centro Studi Cetacei di passare dalla presenza h24 sul sito di deposizione, alla reperibilità h24 in caso di schiusa. Il controllo continuativo nelle 24 viene assicurato dall’ Associazione Nazionale Carabinieri di Roseto (12 ore diurne) e dalle Giacche Verdi di Roseto (12 ore notturne). Il personale CSC effettuerà comunque sopralluoghi quotidiani.
26/09/2013
Alle ore 20.00 il personale CSC, insieme al direttore della Riserva dei Calanchi di Atri Adriano De Ascentiis ed al presidente regionale del WWF Abruzzo Luciano Di Tizio, procede all’apertura del nido dopo un’attesa di oltre 3 giorni dall’ultima schiusa. L’operazione si dimostra provvidenziale poiché, degli 8 esemplari rinvenuti, più della metà vengono estratti da sotto uno strato di sabbia estremamente compresso. Anche se la forma corporea risulta evidentemente influenzata dalla compressione del nido, dopo più di un’ora di osservazione vengono escluse conseguenze funzionali e si procede, pertanto, alla liberazione. Le tartarughe, al fine di essere seguite in maniera più efficace, vengono rilasciate a coppie sulla battigia a circa tre metri di distanza dall’acqua ed invitate mediante l’uso di luce artificiale. La totalità degli esemplari dimostra buone capacità natatorie e prende più o meno rapidamente il largo. Le uniche 4 uova rinvenute non schiuse risultano, all’esame con sperauova, non attive. Un ulteriore uovo risulta parzialmente schiuso con all’interno un esemplare privo di vita. Contestualmente al rilascio vengono effettuate pesate (di uova, gusci ed esemplari) e biometrie (degli esemplari). Al termine delle varie operazioni il nido risulta vuoto, pertanto la campagna è da ritenersi conclusa.
documenti
In questa sezione è possibile accedere ad una serie di documenti inerenti l’attività di monitoraggio: