Lo studio dei Cetacei in Italia ha beneficiato di un forte incremento negli ultimi decenni, in particolare a seguito di specifici progetti di ricerca e di conservazione e dello sviluppo di un crescente interesse nei riguardi di questi mammiferi marini, anche da parte dell’opinione pubblica e dei mezzi di comunicazione sociale.
Se si eccettua il “Progetto Cetacei”, programma di ricerche avviato nel luglio 1979 ad opera dei Musei Civici di Storia Naturale di Milano e di Venezia e dell’allora Istituto di Zoologia e Anatomia Comparata dell’Università di Messina, al quale aderì anche l’Associazione Italiana per il W.W.F., in precedenza nel nostro Paese i Cetacei non erano mai stati oggetto di specifici programmi di studio sistematicamente condotti, ma le indagini al loro riguardo, sovente di grande interesse, si erano realizzate di volta in volta a seguito di catture o di spiaggiamenti di esemplari di particolare interesse, in un contesto di interventi episodici. La raccolta di una ingente mole di schede di avvistamenti e di rilevamenti di Cetacei spiaggiati derivante dai cinque anni di attività del “Progetto Cetacei”, fece emergere la necessità di un coordinamento generale che riunisse i molteplici interessi esistente in questo settore.
Nei giorni 18/19/20 ottobre 1985 fu tenuto a Riccione il I Convegno Nazionale sui Cetacei per iniziativa del Museo Civico di Storia Naturale di Milano e su invito dell’Adriatic Sea World di Riccione, che ne curò l’organizzazione e l’ospitalità.
Vi presero parte una ventina di zoologi appartenenti ai Musei naturalistici di Firenze, Genova, Milano, Roma, Siena,Venezia e Pescara, ai Dipartimenti di Biologia Animale ed Ecologia delle Università di Messina e di Roma (La Sapienza), nonché ad Istituti Universitari di ricerca ed Enti interessati alla materia, in ispecie il Laboratorio di Biologia Marina e Pesca (Fano), l’Istituto Ricerche Pesca Marittima – CNR (Ancona) e gli Istituti di Parassitologia delle Università di Milano e Roma. Erano rappresentati i Ministeri della Marina Mercantile e Agricoltura e Foreste e l’Unione Zoologica Italiana.
Scopo del Convegno fu di riunire per la prima volta i ricercatori che in Italia maggiormente si occupavano di Cetacei, nell’intento di creare un’organizzazione scientifica nazionale, idoneo punto di riferimento e di coordinamento per gli interventi e gli studi nel settore. Dopo ampia disamina delle esperienze acquisite, fu deliberata la costituzione di un “Centro Studi Cetacei” (CSC) che per qualificazione di esperienze e per disponibilità di persone fu creato nell’ambito del Museo di Storia Naturale di Milano, quale espressione operativa della Società Italiana di Scienze Naturali.
Il primo compito del CSC consistette nell’organizzare una rete di segnalazioni e di interventi di ispezione e recupero dei Cetacei spiaggiati sulle coste italiane (“Progetto Spiaggiamenti”, conformemente a quanto da tempo avveniva in altri Paesi, quali Francia e Gran Bretagna). Per una migliore valorizzazione del lavoro vennero incluse nel novero delle specie interessate anche le tartarughe marine, recuperate e studiate in modo analogo.
L’impianto organizzativo e conseguentemente il “Progetto Spiaggiamenti” divennero operanti a partire dal 15 Maggio 1986, con la creazione di una idonea rete di ricercatori e collaboratori suddivisi in 11 (attualmente 16) “zone” nelle quali fu frazionato il litorale italiano. Ogni zona fu affidata ad un Corrispondente di Zona con il compito di coordinare le operazioni di ispezione e di intervento nel suo ambito territoriale.
Per attivare il Progetto Spiaggiamenti fu determinante la sponsorizzazione di Europ Assistance Italia S.p.a., che offrì gratuitamente il proprio servizio di centralino telefonico 24 ore su 24, tuttora operante, per ricevere da tutta Italia le segnalazioni riguardanti i Cetacei spiaggiati o in difficoltà. Contemporaneamente ebbe fondamentale importanza la collaborazione che il Ministero della Marina Mercantile assicurò mediante le Capitanerie di Porto e rispettive suddivisioni amministrative, quali organi di controllo del litorale maggiormente qualificati a segnalare lo spiaggiamento di Cetacei. Il Centro si avvale da sempre anche della collaborazione di Carabinieri, Guardia di Finanza, Guardia Forestale, Polizia di Stato, Vigili del Fuoco, Istituti Zooprofilattici, U.S.L. e vari uffici delle Municipalità costiere di volta in volta territorialmente interessati.
E’ stato, inoltre, stipulato uno specifico accordo di collaborazione con l’Adriatic Sea World di Riccione che, successivamente, ha preparato una procedura d’intervento da attuare nel caso di animali spiaggiati vivi. Analogamente e’ stato definito un accordo con il W.W.F. Italia che mette a disposizione la cooperazione dei suoi numerosissimi soci presenti sulle coste italiane pronti ad affiancare le Unità Operative del Centro Studi Cetacei nelle delicate operazioni di ricupero.
Nel 1990, ad Orbetello (GR), ospiti del WWF, si è svolto uno stage, della durata di 3 giorni, per biologi e veterinari afferenti al CSC, organizzato dal Dott. L. Stanzani dell’Adriatic Sea World di Riccione e tenuto dal Dott. D.Taylor dell’International Zoo Veterinary Group e dal Dott. B.Cozzi della Facoltà di Veterinaria dell’Università di Milano. In quella sede è stato ufficialmente avviato il progetto relativo agli interventi sugli esemplari spiaggiati vivi. Il progetto si avvale di appositi Gruppi di Pronto Intervento, spesso composti dallo stesso personale che interviene per il recupero dei Cetacei ormai morti, e comunque formati da biologi, naturalisti, veterinari, esperti sommozzatori. I G.P.I. intervengono ogniqualvolta un Cetaceo si trovi in difficoltà, sia perchè intrappolato in attrezzi da pesca in mare aperto od in bacini limitati, sia perchè giunto malato o ferito sulle spiagge o sui bassofondi costieri. In questo modo è stato possibile il salvataggio di numerosi esemplari rimasti nelle reti (per lo più capodogli) e di alcuni animali feriti o rimasti isolati.
Il lavoro svolto è stato notevole ed ha consentito di recuperare molto materiale e di attivare ricerche specialistiche per una maggiore conoscenza dei Cetacei dei nostri Mari. Il consuntivo analitico dei Cetacei spiaggiati ha dato corpo a 10 rendiconti annuali che da soli rappresentano un contributo di grande rilievo che pone l’Italia all’avanguardia rispetto alle altre Nazioni che operano in modo analogo. Secondo i dati di cui disponiamo, nel corso dei primi 10 anni di attività, i Cetacei spiaggiati, speronati o catturati accidentalmente, oggetto di studio da parte del CSC sono stati in totale oltre 2000, fra i quali, oltre a un numero molto elevato di esemplari appartenenti alle specie più comuni, Tursiops truncatus e Stenella coeruleoalba, vale la pena di segnalare 32 esemplari di Balaenoptera physalus, 2 Balaenoptera acutorostrata, 88 Physeter macrocephalus, 32 Ziphius cavirostris, 69 Grampus griseus,37 Globicephala melas, 3 Pseudorca crassidens, 12 Delphinus delphis, 1 Kogia simus, e un numero molto alto, circa 500, di carcasse non identificate.
La maggior parte dei reperti osteologici, recuperati durante gli interventi, sono andati ad arricchire le collezioni cetologiche dei Musei Zoologici italiani, incrementandole notevolmente.
I Cetacei, come è noto, sono molto sensibili alle variazioni ambientali di varia origine e natura e, per di più, molte specie occupano il vertice della catena alimentare. Essi, pertanto, possono annoverarsi fra i migliori indicatori biologici dello stato di salute globale del mare e di conseguenza non c’è dubbio che d’ora in avanti dovranno essere presi in più attenta considerazione, sotto questo aspetto, dalle Autorità competenti in un progetto globale di monitoraggio ambientale.
Pertanto il Centro Studi Cetacei ha attivato da tempo e coordina una serie di ricerche inerenti la biologia e le patologie dei cetacei dei nostri mari, utilizzando campioni provenienti dalle carcasse e da animali in difficoltà che si spiaggiano lungo le coste italiane.
Attualmente il Centro Studi Cetacei è riconosciuto dal Ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali e ha ricevuto il nulla osta alla propria attività da parte del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste (Ufficio C.I.T.E.S.) e dal Ministero dell’Ambiente (Servizio Conservazione della Natura).
Nel 1995 è stato messo a punto fra il CSC e il Ministero della Sanità, Direzione Generale dei Servizi Veterinari, un protocollo di intervento comune avente come obiettivo, nell’ambito delle leggi nazionali attualmente vigenti, l’ufficializzazione dei rapporti di collaborazione fra le due Istituzioni al fine di consentire una più snella e produttiva operatività durante gli interventi sui Cetacei.
Nel 1996 è stato stipulato un importante accordo di collaborazione con l’Acquario di Genova al fine di migliorare sempre più la qualità e la tempestività degli interventi di assistenza su Cetacei in difficoltà. A tale scopo sono state messe a disposizione del CSC dalla Costa Aquarium S.p.A. la propria equipe di specialisti e la vasca di emergenza per ospedalizzazione di piccoli Cetacei. Inoltre è stato istituito un gruppo multi-istituzionale con l’Acquario di Genova e la Fondazione Cetacea di Riccione in grado di intervenire, ogniqualvolta sia ritenuto necessario, come supporto o come referente nei casi di Cetacei in difficoltà lungo le coste italiane o in mare aperto.
Il lavoro svolto in questi primi dieci anni di attività è stato notevole, ma molto deve ancora essere fatto per ottimizzare gli sforzi di tutti coloro che sono impegnati e collaborano al fine di perseguire quegli obiettivi che sono stati determinanti per la costituzione del Centro Studi Cetacei.
Nel 1997 è stato infine pubblicato un lavoro riepilogativo dell’attività svolta intitolato “Il Centro Studi Cetacei: dieci anni di attività 1986-1995” pubblicato nel volume di Natura 88.
Il 12 Dicembre 2002 viene registrata ad Empoli la costituzione presso il Notaio Vincenzo Vettori di Montelupo Fiorentino l’associazione denominata “Centro Studi Cetacei – associazione italiana per lo studio dei mammiferi e rettili marini” sotto forma di associazione culturale di natura scientifica, organizzazione non lucrativa di utilità sociale ONLUS D.Lgs 460/97 su base volontaria, aconfessionale, apartitica.
Nel 2010 viene avviato il progetto Geocetus che racchiude gli scopi del rendiconto annuale con le funzonalità di un moderno database integrato ad un sistema di geolocalizzazione avanzato in condivisione sul WEB. Questo potente sistema rappresenta una assoluta evoluzione nel processo di raccota e condivisione dei dati.
Nel 2012 presso il Notaio Giovanni Maria Plasmati in Chieti è costituita l’Associazione denominata “Centro Studi Cetacei Onlus” assumendo la qualificazione giuridica di “organizzazione non lucrativa di utilità sociale” che ne costituisce peculiare segno distintivo
Il 6 Aprile 2013 viene firmato l’accordo quadro tra Centro Studi Cetacei Onlus e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise per una cooperazione tecnico-scientifica finalizzata allo svolgimento di attività in ambito nazionale e internazionale. La convenzione scaturisce da una intensa collaborazione tra l’Ente di ricerca ed il CSC Onlus nello studio degli esemplari di cetacei e tartarughe spiaggiati lungo le coste dell’Abruzzo e del Molise, nella formazione dei veterinari, biologi, personale della Guardia Costiera e, non da ultimo, nella valorizzazione museale dei reperti recuperati.